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Autore: DOTT.SSA ANNA DALLAVO 10 marzo 2025
Il perfezionismo è spesso visto come una qualità positiva, associata alla determinazione e all’eccellenza. Tuttavia, quando diventa eccessivo, può trasformarsi in un problema che genera ansia, insoddisfazione cronica e stress. Le caratteristiche del perfezionismo Esistono diversi tipi di perfezionismo, alcuni più adattivi e altri dannosi. Alcune caratteristiche comuni includono: Alti standard personali: voler eccellere in ogni ambito della vita. Paura dell’errore: considerare ogni sbaglio come un fallimento totale. Autocritica eccessiva: essere severi con se stessi, senza mai sentirsi “abbastanza bravi”. Procrastinazione: rimandare attività per paura di non eseguirle alla perfezione. Dipendenza dall’approvazione altrui: basare la propria autostima sulle opinioni degli altri. Quando il perfezionismo è sano, aiuta a migliorarsi e a raggiungere obiettivi ambiziosi. Tuttavia, quando diventa patologico, può portare a problemi come ansia, depressione e disturbi alimentari. Quando il perfezionismo diventa un problema? Il perfezionismo diventa patologico quando inizia a compromettere il benessere e la qualità della vita. Alcuni segnali d’allarme sono: Difficoltà a portare a termine un compito perché si cerca sempre di migliorarlo. Ansia e stress cronico legati alla paura di sbagliare. Bassa autostima nonostante i successi raggiunti.  La terapia cognitivo-comportamentale può essere molto utile per imparare a gestire le aspettative in modo più realistico e ridurre l’impatto negativo del perfezionismo.
Autore: DOTT.SSA ANNA DALLAVO 10 marzo 2025
Le distorsioni cognitive tendono ad essere estreme: c'è spesso una qualità "in bianco o nero" oppure "tutto o niente" in questi pensieri. Tendono a enfatizzare il lato negativo a scapito di quello positivo. Siamo programmati per pensare prima agli aspetti negativi quando ci sentiamo ansiosi, perché il nostro corpo sta cercando di proteggerci. 1. Pensiero in bianco e nero: vediamo cose, eventi e persone come perfette o terribili, tutte buone o tutte cattive. Diciamo “sempre” o “mai” spesso, non vedendo la “zona grigia” che c'è quasi sempre. 2. Catastrofizzazione : reagiamo a una delusione o ad un fallimento come se significasse la fine del mondo. 3. Saltare alle conclusioni : assumiamo il peggio senza verificare le prove. Decidiamo che qualcuno non ci ama, ma non lo controlliamo; o prevediamo che accadranno cose terribili anche quando non ci sono prove per questo. 4. Ignorando il positivo : non prestiamo attenzione alle esperienze positive, o le rifiutiamo o diciamo che in qualche modo "non contano". 5. " Colpa mia!": Ci assumiamo la colpa o la responsabilità per cose al di fuori del nostro controllo. 6 ."Dovrebbe": critichiamo noi stessi o altre persone con idee su cosa "dovrebbe" essere assolutamente fatto senza considerare da dove otteniamo questa idea. Ignoriamo le ragioni per cui potremmo aver fatto quello che abbiamo fatto, o pensiamo che avremmo potuto avere una conoscenza che non avremmo potuto effettivamente avere. I "dovrebbe " a volte ci fanno sentire inadeguati nonostante i nostri tentativi di essere auto-motivanti. 7. Ingrandimento e riduzione al minimo : ci definiamo in base ai nostri difetti e riduciamo al minimo i nostri punti di forza. 8. Etichettare: invece di concentrarci sui comportamenti delle persone, facciamo affermazioni generali: "Sono un tale idiota" o "È un tale idiota". 9. Perfezionismo : Crediamo che tutti gli errori siano cattivi e debbano essere evitati. Per questo motivo, non ci assumiamo i rischi necessari per avere successo. Possiamo anche cercare di controllare tutte le circostanze e adattarle a ciò che pensiamo sia giusto. 10. Ragionamento in base alle nostre emozioni : crediamo che poiché ci sentiamo in un certo modo, ciò indica la verità su una situazione, e possiamo anche agire di conseguenza, nonostante a lungo termine ci fa male. I bias cognitivi sono errori sistematici nel nostro modo di pensare, che influenzano le nostre decisioni e il modo in cui interpretiamo la realtà. Spesso derivano dalla necessità del cervello di elaborare rapidamente le informazioni, portandoci però a distorsioni della realtà. I bias più comuni Ecco alcuni tra i bias cognitivi più diffusi e il loro impatto sulla nostra vita quotidiana: Bias di conferma: tendiamo a cercare e interpretare le informazioni in modo da confermare le nostre convinzioni, ignorando le prove contrarie. Esempio: leggere solo articoli che supportano la propria opinione politica. Bias dell’ancoraggio: diamo troppo peso alla prima informazione ricevuta, influenzando le decisioni successive. Esempio: se un prodotto in un negozio è scontato da 100€ a 50€, possiamo percepirlo come un affare, anche se il suo valore reale potrebbe essere inferiore. Bias della disponibilità: giudichiamo la probabilità di un evento basandoci su esempi facilmente ricordabili. Esempio: dopo aver sentito parlare di un incidente aereo, si può avere la sensazione che volare sia più pericoloso di quanto non sia in realtà. Come contrastare i bias cognitivi? Essere consapevoli dell’esistenza dei bias è il primo passo per ridurne l’impatto. Alcune strategie utili includono: Sfidare le proprie convinzioni cercando informazioni da fonti diverse. Prendersi tempo per riflettere prima di prendere decisioni importanti. Chiedere opinioni esterne per avere una prospettiva più oggettiva.  I bias cognitivi influenzano ogni aspetto della nostra vita, ma con maggiore consapevolezza possiamo migliorare la qualità delle nostre scelte e comprendere meglio noi stessi e gli altri.
Autore: DOTT.SSA ANNA DALLAVO 10 marzo 2025
Quando si parla di ADHD, spesso si pensa a un disturbo che riguarda esclusivamente l’infanzia. Tuttavia, molte persone ricevono la diagnosi solo in età adulta, dopo aver trascorso anni a lottare con difficoltà nella gestione dell’attenzione, nell’organizzazione della propria vita e nel controllo dell’impulsività. Come si manifesta l’ADHD nell’adulto? Negli adulti, il disturbo può presentarsi con sintomi differenti rispetto all’infanzia. Se nei bambini prevale l’iperattività, negli adulti spesso emergono altre problematiche: Difficoltà di concentrazione: fatica a mantenere l’attenzione su compiti lunghi o dettagliati, con tendenza alla distrazione. Disorganizzazione: problemi nella gestione del tempo, delle responsabilità lavorative e della vita quotidiana. Impulsività: difficoltà a controllare reazioni emotive o comportamentali, prendendo decisioni affrettate. Instabilità emotiva: oscillazioni dell’umore, irritabilità e sensazione di frustrazione frequente. Molti adulti con ADHD sviluppano strategie per compensare queste difficoltà, ma spesso sperimentano una sensazione di insoddisfazione e fatica costante, senza comprendere il motivo. Come avviene la diagnosi? La diagnosi di ADHD nell’adulto è complessa e richiede una valutazione approfondita: Colloquio clinico – Un professionista specializzato (psicologo o psichiatra) raccoglie informazioni sulla storia personale, valutando la presenza di sintomi fin dall’infanzia. Questionari e test diagnostici – Strumenti standardizzati vengono utilizzati per analizzare la gravità dei sintomi e distinguere l’ADHD da altri disturbi, come ansia o depressione. Esclusione di altre condizioni – È fondamentale escludere problemi neurologici o psichiatrici che potrebbero causare sintomi simili.  Riconoscere l’ADHD in età adulta permette di trovare strategie efficaci per gestire il disturbo, migliorando significativamente la qualità della vita.
Autore: DOTT.SSA ANNA DALLAVO 31 gennaio 2024
I disturbi psicosomatici rappresentano una sfida complessa e spesso sottostimata, con la fibromialgia che emerge come uno dei protagonisti di questa intricata rete di connessioni tra mente e corpo.
Autore: DOTT.SSA ANNA DALLAVO 31 gennaio 2024
L'ansia da malattia, comunemente nota come ipocondria, è una condizione caratterizzata da preoccupazioni eccessive sulla propria salute. Questo disturbo può portare le persone a interpretare normali sensazioni fisiche come sintomi gravi di malattie
Autore: DOTT.SSA ANNA DALLAVO 31 gennaio 2024
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo, noto anche come DOC, è una condizione mentale che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Tale patologia si manifesta attraverso ossessioni e compulsioni che possono influenzare significativamente la qualità della vita di chi ne è affetto.
Autore: 2229220 Service Account 12 settembre 2023
L’autostima gioca, nella vita di tutti i giorni, un ruolo cruciale per la nostra serenità interiore: scopri quali strumenti puoi impiegare per migliorarla.
Autore: 2229220 Service Account 12 settembre 2023
L’adattamento ai cambiamenti è una risorsa molto importante; scopri come coltivare questa capacità e quali sono i vantaggi della resilienza emotiva.
Autore: 2229220 Service Account 12 settembre 2023
L'ansia sociale può compromettere la qualità di vita di chi ne soffre. Scopri come riconoscerla e quali strumenti puoi utilizzare per lavorarci su.
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